lunedì 31 gennaio 2011

la ricerca della...........felicità.




il 10 febbraio mi incontro con la mia gine-angelo. L'ho chiamata dicendole che avrei preferito risentirla con un positivo in mano, ma non è così e se riteneva dovessi portarle qualche analisi sull'ovulazione. Mi ha detto di no, che a quel punto (sono al 2° PM) vedrà anche il follicolo e che è contenta che ho già fatto le analisi della tiroide e che sono quasi due mesi che prendo eutirox, chissà perchè era così soddisfatta visto che non sapeva che io avevo problemi di tiroide, forse perchè sarebbe stata la prima cosa che mi avrebbe chiesto se io non avessi già fatto tutto. Come al solito la sua voce mi è sembrata ferma, non dura, ma dolce e io mi sono sentita invece un esserino tremolante piccolo piccolo che ha bisogno di aiuto. Perchè non posso più permettermi nemmeno di pronunciarla la parola "gravidanza" fuori di qui, che subito vengo etichettata come "fissata", e invece io avrei bisogno solo che qualcuno mi tenesse la mano e mi dicesse che ce la farò e che non è sempre tutto colpa mia.

quando finisce un tempo







C'era un momento che ho immaginato potesse accadere ma veramente non ho mai pensato come: "E' così come avevamo pensato amore, lavoro tutto febbraio e poi da marzo a casa". Mi sono sentita inghiottire dalla macchina, ho sentito il gelo e il buio contemporaneamente e il senso di smarrimento. Ho scagliato il telefono contro il vetro e ho ricacciato indietro le lacrime. Cosa faremo ora. Tutti continuano a dire che chiusa una porta si apre un portone, che lui è un grande uomo, che noi siamo una grande coppia, che, che, che. Nulla di tutto questo ci ha mai premiati, oggi non basta la laurea in tasca ed io, spesso, mi sono dovuta vergognare di averla, per cercare un lavoro che mi paghi alla fine del mese. Quale futuro stiamo preparando per questo figlio? Non mi dite che tutto si aggiusta, non mi dite che basta l'amore. Lo so da sola, altrimenti con la situazione precaria che avevamo fino ad ora non mi permettevo di mettere un cantiere una vita perchè penso che contino di più le questioni materiali. Ma ora è diverso. Ora è un disastro. Ora si è concretizzato un incubo e la terra mi sta franando sotto i piedi. La sua reazione è apparentemente positiva, perchè ora può ricominciare cercando di fare ciò che vorrebbe davvero fare, quel tanto di positivo che basta affinchè gli altri possano dire che sono io che nn ho fiducia, che sono io la negativa, che lui ce la farà. Come se io non credessi nelle capacità della mia metà. Ma sono io che gli dormo accanto, e sono io che conosco il tremore delle sue mani e conto quante volte si rigira nel letto. Questo io lo so. E ora è tutto ancora più difficile di prima, ancora di più, quando pensavo che avevamo toccato il fondo urlandoci contro il dolore dell'aborto e di questo figlio che non arriva. Ora non lo so cosa succederà.

mercoledì 12 gennaio 2011













ecco qua!! sono arrivati i primi due libri...non si può certo dire che l'intento con cui sono partita il 1° gennaio, sia quello che sto rispettando. Non pensare, distrarsi, fare di tutto tranne che pensare a concepire. Sono una pessima apprendista di me stessa, ma il periodo che precede l'ovulazione è quello che preferisco: spensieratezza senza mezzi termini, come quando non si pensava a concepire un figlio. So che i giochi sono lontani e me la godo! Poi arriva l'ovulazione e tutta va in discesa, capitombolando precipitosamente.






Comunque, avverto che ho ordinato i fiori di bach, aggiungendo il white chestnut: Frase preferita: "NON POSSO FARE A MENO DI PENSARCI", ovvero fiore n°35, contro i pensieri fissi, come la saggia Silvia insegna. Così ora ho il pensiero fisso del fiore contro i pensieri fissi. Vabbè. Tanto per questa fase ci passiamo tutte. Tra poco adotterò un cucciolo di cane, poi mi iscriverò in palestra e un nuovo progetto di lavoro. Così dicono di fare. Oppure l'altra cosa che ti dicono di fare, è, com'è esattamente il verbo? ah si. "devi scopare!". ah si certo. Me ne stavo dimenticando. Beata innocenza di chi pensa che basta davvero farlo sempre per farti arrivare.






Ok, immergiamoci nella lettura. Almeno imparo.



martedì 11 gennaio 2011

comunicazione di servizio: questo signorino di nome "nevischietto" comprato nei mercatini di Monaco , è stato appeso con un filo sullo scaffale sopra il letto di Anna e Fabio, affinchè, smontato l'albero di natale, possa continuare a dondolare sulle ns teste. Ma l'altra notte il filo si è sciolto e nevischietto è caduto. A parte la paura che ci è presa, visto che dormivamo, Fabio dice che è un segnale perchè nevischietto sta "scendendo" da noi. Detto questo, la pallina di vetro su cui siede si è rotta. Qualcuna mi sa dire dove e come posso sostituirla? merci, buona notte.

lunedì 10 gennaio 2011

teatro con febbre


Serata a teatro ieri.
Un piccolo teatro, piccolo come la mia cucina la platea. Posti a sedere 36. Piccolo il palcoscenico, piccolo il posto regia, niente bagno :" solo a fine spettacolo" ci rispondono. Ci infiliamo a malapena in un angolo con le ultime due sedie rimaste vuote. Un ragazzo, un secondo prima dell'inizio dello spettacolo, ci viene incontro con due calici di vino rosso. Rimaniamo piacevolmente sorpresi. Fabio ha la febbre alta, ma il biglietto ci è stato regalato a Natale e non voleva proprio perderlo. Fa caldo ed io non ho l'umore giusto: ho dovuto togliere le pantofole e la tuta, abbandonare il divano e la gatta per infilarci nel traffico dei saldi di una Roma umida e rumorosa. E poi non voglio niente che mi possa distogliere dal mio pensiero, dolce, silenzioso (ora nel preovulazione, poi diventa rumoroso) e rassicurante. E invece mi ritrovo coinvolta da una commedia brillante recitata da ragazzi trentenni, belli, simpatici, pieni di vita, urlanti e positivi, che alla fine dello spettacolo ci chiedono di rimanere perchè era loro intenzione offrire torte fatte in casa e spumante, per festeggiare il compleanno di uno degli attori. Sorrido. Mi sento vecchia. Ma non lo sono. Lo so. Ma mi sento come fossi la madre saccente di quei ragazzi, pur avendo quasi la stessa età. Ma mi ha fatto bene. Quando esco dal mio pigro guscio, mi rendo conto di essere un'aliena che cerca conforto. Mi rendo conto che nel mondo "c'è da fare", mentre io invece sono immobile. Sbaglio lo so. Ma la graduale consapevolezza dell'essere diventata così, spero, riuscirà a scrollarmi di dosso questo stato delle cose, dandomi la forza di non avere più accanto a me il "mio pensiero dolce", per svegliarmi un giorno e accorgermi distrattamente, che tu sei arrivato, bimbo mio.

giovedì 6 gennaio 2011

buona befana!




buongiorno!!! buona befana....io mi sono alzata ora e mi sto asciugando i capelli...tra poco sveglio fab e dobbiamo andare in ospedale dalla sua mamma e poi pranzo dai miei e poi pomeriggio da tradizione con i cugini a casa della nonna centenaria che è la vera befana della situazione! io ho visto un sacco di regali e cioccolate e caramelle sotto il mio albero ma ancora non ho "scartato" nulla, aspetto il capo...mi sono sentita come quando ero bambina che mi svegliavo e quatta quatta scendevo in cucina con dietro tutti i miei fratelli che avevano paura di incontrare la vecchietta e mi mandavano avanti...che bello...questa è la festa più bella per i bambini...nei miei progetti, stamattina avrei dovuto fare il test visto che normalmente il ciclo sarebbe dovuto arrivare ieri, invece è quasi finito e i giochi sono andati, mi ricordo lo scorso anno il test di Giulia...mi è rimasto impresso! vabbè! buona epifania donne!


leggendo di te...

....perchè dopo 15 mesi ho letto tutto ciò che c'è da leggere per farti arrivare a me, perchè di leggere non se ne ha mai abbastanza, perchè così non mi sento sola in questo cammino verso di te...
  • Confessioni di una aspirante madre di Corva Lisa
    Tutta colpa della cicogna. Se la cicogna avesse fatto il suo dovere, Emma sarebbe una donna felice. E non un'Aspirante Madre. Invece eccola qui, dalla parte sbagliata dei 35, con una terrazza piena di rose e un amorevole Consorte... Cosa manca? È ovvio, un bambino. Che, ostinatamente, non arriva. Così Emma guarda di nascosto le vetrine prémaman, passa ore nelle sale d'aspetto dei centri fertilità, compila una lista di Mamme Tardive Over 40, passa il suo sguardo scanner su tutte le donne che incontra. Ed è dura, la vita di un'Aspirante Madre. Anche perché, come spesso accade, le amiche di Emma, pronte ad accompagnarla a un sushi consolatorio nel momenti di grande disperazione, hanno però altri problemi...

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    Quando il Figlio non Arriva
    Le cause della sterilità e le cure che favoriscono il concepimento di
    Nicla Vozzella
    Che cosa fare quando un figlio non arriva? Quale aiuto può venire dalla medicina ufficiale e dalle medicine non convenzionali? Come si può salvaguardare la fertilità? A queste e ad altre domande il libro risponde, rivolgendosi non solo a chi desidera un figlio e non riesce a concepirlo, ma anche a chi sta cominciando ad accarezzare l'idea di diventare genitore.
    Nel libro vengono spiegate le strategie di prevenzione, gli esami diagnostici e le terapie che possono condurre lui e lei, attraverso strade spesso comuni, a recuperare la fertilità, le tecniche di fecondazione assistita.
    Il testo richiama le componenti razionali ed emotive coinvolte in ogni scelta diagnostica e terapeutica, sollecitando così un approccio olistico alla cura dell'infertilità

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    Il Mio Ginecologo è Nato il 17 Marzo
    Da quindici a zero - Diario di bordo nelle intemperie della fecondazione assistita
    di
    Cristina Zuppa
    La sterilità, una cosa che capita agli altri. Così pensano in tanti. Un modo di rimuovere, esorcizzare, proteggersi. Ma cosa succede quando capita davvero a te? Succede di ritrovarsi all’improvviso proiettati in una realtà diversa, cambia la percezione della realtà, cambia il modo di vedere e di essere visti.
    Capita di scoprire, con disappunto, rabbia, disperazione, che la sterilità non è dai più considerata una malattia, ma una sorta di marchio d’infamia. E che la sua cura, la fecondazione assistita, non è vista come un modo di superare l’ostacolo, ma un agghiacciante esperimento alla frankenstein, e un modo per legittimare capricci e ossessioni delle donne rispetto all’idea di maternità. Il malato non viene compatito e consolato, ma additato e accusato.
    Il messaggio dell’autrice è il diritto delle donne sterili di provare a curarsi. E ancor più il diritto di raccontare il proprio percorso senza doversi macerare nel dubbio: “Farà bene alla causa della pma?”
    Solo perseguendo questo diritto alla cura e alla parola si tutelerà l’altro diritto, fulcro di ogni società che voglia chiamarsi civile: la libertà di decidere per se stessi. Che non è diritto di realizzare ogni desiderio, ma diritto di provare a perseguirlo. Che è anche il diritto di rinunciare a perseguirlo. Un diritto, quest’ultimo, che ha il sapore acre della sconfitta, talvolta, ma che sconfitta non è: chi sceglie, chi difende questa libertà, di fare o di non fare, non è sconfitto, mai.

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    Il Concepimento Naturale: una guida per futuri genitori
    Di
    Francesca Naish - Janette Roberts
    Best seller in America e Australia, questo volume offre una psospettiva nuova a tutti coloro che desiderano concepire un figlioUna dieta sana ed equilibrata, uno stile di vita privo di stress ed eccessi sono la via giusta - secondo le due autrici, naturopata e erborista l'una, farmacista e nutrizionista l'altra - per superare l'infertilità e riuscire a concepire un figlio.In particolare il libro descrive il concepimento naturale per chi ha difficoltà con l’aiuto di soluzioni “dolci”. Una descrizione dei motivi dell’infertilità, degli esami diagnostici più o meno invasivi e delle correzioni dello stile di vita che possono aiutare a superare il problema. Con ampie sezioni dedicate alla contraccezione naturale.

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    Aspettando te di Antonella Clerici"Avevo fortissimamente voluto questa bambina. A dispetto di tutto: dell’età, delle cure infruttuose, delle difficoltà, delle voci contro. All’improvviso ho pensato alle leonesse. Le madri coraggiose disposte a tutto per proteggere i loro cuccioli. Sentivo quella stessa forza in me".



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    Mamma o non mamma di Elena Stancanelli Carola Susani
    Carola ed Elena,amiche e scrittrici, si scambiano lettere di riflessione, accusa, affetto subito prima e subito dopo la nascita di Mina, secondogenita di Carola. All'amica Carola, panciuta e felice, Elena esprime il proprio stupore, anzi la propria costernazione per uno stato d'animo che non comprende, e ne nasce un intelligente, serrato, profondo dibattito sulla femminilità e sulla maternità: per Carola un binomio appagante, per Elena un generatore di mediocrità, di infelicità, di regressione. La maternità non è "scontata". Tanto meno scontata è la maternità felice. Quanto è possibile starne fuori? C'è un prezzo da pagare? Il vuoto e il pieno del mondo passano attraverso un figlio? Elena e Carola non sono di fronte a un aut aut ma sono al centro di un gioco dialettico che strappa emozione e intelligenza delle cose laddove l'una e l'altra sembrano più protette e segrete.


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    Volando con le cicogne. Consigli per aiutarle a sceglierci
    di
    Bartolucci Rossella; Marabelli Fara


    · L' albero del melograno di
    Fabris Laura

    Alice e Luca si innamorano e decidono di formare una famiglia. Come tante altre coppie desiderano avere un figlio ma scoprono che avere un bambino può non essere così facile. Per motivi banali, talmente banali da non averli mai sospettati. La loro storia è drammatica e insieme divertente, ha il giusto equilibrio fra emozioni e ironia perché, si sa, affrontare le cose con serenità aiuta sempre. L'autrice ha sentito il desiderio di raccontare cosa vuol dire realmente fecondazione assistita, perché è un tema difficile da spiegare e da comprendere. È un libro rivolto alle donne e alle coppie che stanno per intraprendere questo percorso e che hanno bisogno di non sentirsi sole, di essere aiutate a capire le varie tappe e, soprattutto, hanno bisogno di imparare a non temere le proprie emozioni ma anche a tutti coloro che vogliono capirne di più.

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    Il sogno di essere madre di Colombo Laura
    Alice e Luca si innamorano e decidono di formare una famiglia. Come tante altre coppie desiderano avere un figlio ma scoprono che avere un bambino può non essere così facile. Per motivi banali, talmente banali da non averli mai sospettati. La loro storia è drammatica e insieme divertente, ha il giusto equilibrio fra emozioni e ironia perché, si sa, affrontare le cose con serenità aiuta sempre. L'autrice ha sentito il desiderio di raccontare cosa vuol dire realmente fecondazione assistita, perché è un tema difficile da spiegare e da comprendere. È un libro rivolto alle donne e alle coppie che stanno per intraprendere questo percorso e che hanno bisogno di non sentirsi sole, di essere aiutate a capire le varie tappe e, soprattutto, hanno bisogno di imparare a non temere le proprie emozioni ma anche a tutti coloro che vogliono capirne di più.

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    Diventare mamma. 10 tappe per pianificare con successo la tua gravidanza
    Di West Zita

    Secondo le statistiche più recenti una percentuale sempre maggiore di coppie incontra difficoltà nella procreazione. Il libro fornisce inoltre un valido apporto nozionistico o chi semplicemente desidera conoscere, e mettere in pratica, tutto ciò che è possibile fare per favorire il concepimento. Tratta in modo sistematico tutte le cause fisiche e psicologiche dell'infertilità, offrendo validi consigli sulle differenti modalità per combatterla. Nella prima fase del manuale, strutturato interamente con un sistema di domande e risposte, un quadro completo della vita di coppia identifica piccoli cambiamenti e pratiche quotidiane che possono aiutare a migliorare le possibilità di avere un bambino. Dopo le informazioni sul funzionamento del corpo e le nozioni biologiche sulla fertilità femminile e maschile, l'autrice descrive lo stile di vita più indicato per iniziare una gravidanza, dedicando infine ampio spazio alla procreazione assistita e a tutte le terapie complementari per iniziare e portare avanti con successo una gravidanza.


    · Concepimento e gravidanza dopo i 35 anni di
    Goetzl Laura; Harford Regine

    Pianificare una famiglia, vivere le gioie della gravidanza, prepararsi alla maternità, affrontare esami e momenti delicati: queste pagine offrono informazioni su ecografie, test e screening prenatali oltre a spiegazioni su tutte le fasi della gravidanza, su parto e nascita del bambino. L'autrice risponde alle domande che sorgono quando si decide di avere un figlio dopo i 35 anni

    ·
    Avere un Figlio: Tecniche yoga per una nuova ecologia della nascita di
    Gabriella Cella Al-Chamali, Fiorenza Zanchi

    Questo manuale accompagna la donna nel corso della gravidanza ma non solo, presenta l'assoluta novità di dedicare uno spazio prima ancora che alla gestazione, alla coppia che desidera avere un figlio e che vuole favorirne il concepimento.
    Le autrici, da diversi e complementari punti di vista, affrontano il tema della prevenzione e della qualità di vita dei futuri genitori, affinché possano prepararsi nel modo migliore ad accogliere il nascituro, agendo preventivamente sul proprio stile di vita.
    Arrivando al concepimento nelle più favorevoli condizioni psicofisiche, la donna potrà vivere la maternità in uno stato di benessere, aiutata dagli esercizi pratici di Yoga, ben spiegati e illustrati da numerose fotografie: posizioni adatte al suo corpo "nuovo" assecondano le modificate esigenze di movimento e respirazione.
    Accurate spiegazioni e informazioni mediche accompagnano e rassicurano la futura mamma guidandola alla conoscenza delle trasformazioni di sé e del bambino, nel corso dei tre trimestri di gravidanza. La nascita conclude il "viaggio" di attesa: la storia, le posizioni per il parto, le tecniche di respirazione aiuteranno ad affrontare con consapevolezza ed energia il magico momento.
    · Coppie in attesa. Il desiderio di diventare genitori di
    Zaffini Giorgia

    Il questo libro l'autrice fornisce una descrizione psicodinamica dei meccanismi psichici coinvolti nell'infertilità. Presentando uno spaccato reale della vita di coppia attraverso una partecipazione empatica, non solo si descrive il vissuto emozionale che le coppie sperimentano quando attendono l'arrivo di un figlio, ma si cerca di fornire loro una via d'uscita per una vita serena.

    · Quello che le mamme non dicono di
    Cecilia Chiara Santamaria
    Lei ha 27 anni e crede nel mojito, nella carriera, nel suo uomo e nei viaggi improvvisati. La nana ha cinque settimane e abita la sua pancia. Scoprirlo significa precipitare in un mondo di donne che sembrano aver abbandonato sogni, ambizioni e personalità per entrare nel sacro ruolo di “madre”. Uno shock che l’autrice-protagonista decide di superare armandosi di buoni propositi, ma soprattutto di ironia e sarcasmo. Dimenticate la mammina trentacinquenne tutta dedizione e sacrificio. Qui si sostiene che è buono e giusto conservare la parte migliore di sé – quella divertente, folle, avventuriera – anche diventando mamma. Che l’istinto materno a volte arriva e altre è in ritardo. Che esistono momenti neri che nessuno racconta, che dopo un mese di neonato ne servirebbero tre di psicoterapia, e che Pampers e Pampero possono andare perfettamente d’accordo.

martedì 4 gennaio 2011

"La vita sceglie, anche quando non sembra, anche quando pensiamo di farlo noi. Ci accompagna agli incroci, ci fa inciampare negli incontri. E' guidate dalla sua mano che arriviamo sulla soglia della stanza dentro cui riposa, in ogni donna, l'idea di un bambino. Se abbasseremo o meno quella maniglia, se ne avremo la forza o, più spesso, la possibilità, è scritto. Quello che non si dice mai - ma che ogni donna sa - è che si è madre molto prima e anche senza avere un figlio nella pancia o nelle braccia".

(E' la vita che sceglie - Silvia Nucini)


grazie a Simona per questo bellissimo pensiero.

lunedì 3 gennaio 2011

buon anno

buongiorno ragazze, vi ringrazio infinitamente per i vostri incoraggiamenti ma mi conosco, so cosa dico quando parlo di dolori premestruali e stavolta c'è stato qualcosa che non è andato. Ciclo previsto per il 5 gennaio, il 31 sera stavo per sedermi a tavola con altre 10 persone per festeggiare la fine dell'anno, vado in bagno e trovo delle gocce rosa sulla carta. Ho sentito un nodo in gola che ancora oggi non si scioglie. Panico. Ho sperato, non lo nego. Mi sono attaccata con tutte le forze alla flebile speranza che fossero perdite da impianto: era troppo presto per il ciclo e anche l'altra volta quando sono rimasta incinta ho avuto perdite da impianto durate una sera, inoltre non soffro di spotting. Dunque non ho bevuto, non ho festeggiato, ho mangiato pochissimo, sono uscita dal bagno che ero uno straccio lavato e ho dovuto fare finta di niente davanti a tutti, facendo finta di brindare ad un altro anno che passa. Notte in bianco, a controllare che la mia speranza si trasformasse in realtà. Sembrava tutto fermo, niente ciclo. Il 1° gennaio, la mattina, avevo il cuore che batteva forte forte. Ho pensato che non poteva succedere davvero, troppo bello iniziare l'anno così. E infatti non era. Il pomeriggio è arrivato. Inesorabile, abbondante e doloroso. 26 giorni di ciclo. Non mi è mai successo. Non so cosa sia successo. Non lo voglio sapere. Sono stanca. Stanca di tutto. Stanca di tornare indietro e contare quando è avvenuta l'ovulazione e ricordarmi se ho avuto dei rapporti, sono stanca di sperare, stanca di credere che accadrà. Lo so che esistono situazioni più drammatiche della mia, che tuttosommato è normale, ma forse io non sono psicologicamente così forte da riuscire a superare tutto questo. Non riesco più ad avvicinarmi ad un neonato, vedere una pancia, parlare di gravidanza e allo stesso tempo tutto il resto mi sembra stupido, senza senso, senza significato. Qualsiasi argomento affrontato a tavola con conoscenti (la maggior parte dei nostri amici non hanno figli e non pensano di averli ora. - società intellettuale e moderna-) mi annoia: penso che non c'è carriera, professione, argomento politico interessante e degno della mia attenzione se "io sono una donna che non sa riprodursi". Come fosse un argomento da portare in una relazione questo. Eppure. Eppure ora vorrei davvero essere come i miei amici che non vogliono figli: non voglio più soffrire. Parlo con mio figlio da un anno e mezzo, scrivo per lui, gli racconto le cose come fosse presente. Ho costruito una camera che non esisteva per lui, dopo l'aborto, metto da parte oggetti per lui, compriamo libri per lui. Perchè so che arriverà un giorno. Ma non è così. Non è così. Non c'è. Questa è la verità. Si avvicinano i miei 37 anni e sento di non avere più il tempo. Io che sono figlia di una donna che ha 5 figli. Io che sogno di averne almeno due e non riesco ad averne nemmeno uno. Io che sento il senso di colpa insinuarsi e farsi sangue, ogni volta che arriva questo maledetto ciclo.