sabato 22 ottobre 2011

Nei giorni scorsi ho avuto paura di rivedere quel flusso e rivivere quel dramma, invece ora vorrei che questo accadesse, vorrei provare dolore fisico, vorrei metabolizzare così questo dramma, vedendo andar via fisicamente questo figlio. Non vorrei fossero gli altri a farlo per me, mentre io sono assente nel sonno dell'anestesia. Lo so che sembra assurdo tutto questo, ma ho bisogno di vedere e toccare quanto mi sta accadendo, voglio stare male fisicamente, per mandare via insieme a questo sangue anche un pò del dolore che sento al cuore.
E poi, penso a dicembre. E' il mese in cui ci siamo sposati, per noi il periodo più bello dell'anno, potremmo coltivare la speranza di poter risentire accendere dentro di noi una nuova vita, poi magari non sarà così, ma coltivare la speranza è quello di cui ora ho bisogno per cambiare questo stato di immobilità. Invece il raschiamento me lo impedirà, perchè dovrò aspettare altro tempo per sentirmi di nuova una donna.
Di nuovo un'attesa, di nuovo un natale vuoto e senza futuro.


Ho fatto un nuovo sogno: ero in ospedale per il raschiamento. Il dottore mi dice che è andato tutto bene e che c'era una squadra bravissima che mi ha fatto degli ottimi massaggi. Lo guardo pensando che è un pazzo. Tutta questa conversazione avviene post intervento, in un grande parcheggio, grande come quello di un areoporto: Fabio mi aveva lasciato in un angolo ed era andato a cercare un posto per la macchina. Io dovevo raggiungere il letto dell'ospedale dopo l'intervento. Nessuno mi aiutava. Il dottore era accanto a me e non mi aiutava. Non riuscivo a fare gli scalini, non sentivo dolore, la sensazione più brutta che sentivo era che ero come paralizzata all'altezza dell'utero, per questo non riuscivo a fare gli scalini. Non sentivo niente. A piccolissimi passi sono riuscita a fare una rampa e a raggiungere il letto. Ero circondata da partorienti, a tutte davano un palloncino con attaccato un cartoncino colorato con su scritto il nome del loro bimbo appena nato. Anche a me danno un palloncino, sul mio cartoncino c'è scritto "bambino".
Arriva Fabio, io cerco di parlare con lui e ho in mano questo palloncino, cerco di legarlo alla sponda di metallo del letto di ospedale, cerco di annodarlo lì con un filo sottile, ma non ci riesco...


5 commenti:

  1. ti auguro di vedere quel palloncino dal vero, dopo nove mesi di attesa, dopo magari qualche oretta di travaglio..ti auguro di guardare quel palloncino che, non importa tanto di che colore sarà o quale nome avrete messo sul cartoncino..ma tti auguro di guardarlo, sentirlo, toccarlo e spero che gli sorriderai perchè vorrà dire che sarai al tragurado! un bacio SUpeR

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  2. non è assurdo anna, è assolutamente comprensibile invece!!!
    e io spero tanto che sarà così come tu vuoi...
    ti stringo forte

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  3. Vorrei poterti lasciare più di un pensiero, ma è tutto quello che mi è dato di darti. Ti sono vicina.

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grazie per essere qui.