giovedì 13 ottobre 2011

una mamma

Voglio lasciare qui una lettera che la mia amica Tania scrisse al personale dell'ospedale di Bolzano in TIN, per ringraziare delle amorevoli cure che ebbero per Fede, un bimbo nato pretermine a 27 settimane con il peso di 900gr. Fede ora, ha compiuto un anno, sta bene, grazie all'amore di sua mamma. E' l'esempio che io porto nel mio cuore, e che mi dà la forza di continuare a lottare.
grazie Tania.






Tania scrive......... 05/10/2010

La sera prima di lasciare l'ospedale ho lasciato una lunga lettera alle persone che si sono prese cura della vita di Federico. Ne sono rimaste commosse, ma soprattutto hanno capito quanto sono importanti per noi. Se vi va di leggerla è qui...

A voi, che in queste settimane vi siete presi cura di Federico,

GRAZIE DI CUORE…

Sono passati più di due mesi da quando, per la prima volta, ho fatto ingresso in TIN, un reparto di cui non sapevo praticamente nulla. Se guardo indietro, questi settanta giorni mi sembrano volati. Il giorno dopo il parto, quando ho potuto finalmente conoscere Federico, non ero assolutamente preparata a ciò che avrei provato alla vista del mio bambino così piccolo e indifeso e non sono stata forte quanto avrei voluto e dovuto. Mi sono lasciata andare alle lacrime e al senso di colpa per non essere riuscita a proteggere la mia creatura ed ho pensato che quello che mi aspettava sarebbe stato il periodo peggiore della mia vita. In effetti, le aspettative di una donna incinta non prevedono un periodo indeterminato in Terapia Intensiva ad accudire, attraverso il vetro di un’incubatrice, il proprio minuscolo bambino. Inutile dirvi che per una madre la vista del proprio piccolo coperto da tubicini e fili che gli escono da ogni parte del corpo è un’esperienza di dolore lancinante. Contrariamente a ciò che pensavo, però, queste undici settimane non sono state dense di angoscia e tensione come temevo, ma, grazie a voi, si sono rivelate, per certi aspetti, molto piacevoli. Io e mio marito abbiamo infatti avuto il privilegio di conoscere Federico ed avvicinarci a lui attraverso la guida e il supporto di persone competenti e amorevoli. Così, passata la paura iniziale, abbiamo deciso di vivere con fiducia quest’esperienza straordinaria di poter conoscere con largo anticipo nostro figlio e osservarne i progressi quotidiani. Federico in questi mesi ci ha insegnato tanto: la pazienza nell’attesa di ogni piccolo progresso; la tenacia con cui bisogna aggrapparsi alla vita; la forza di combattere anche quando la solitudine cui costringe l’incubatrice e il dolore dei trattamenti medici sembrano essere più forti; il coraggio di sopportare tutto questo anche se si sentirebbe il bisogno di avere una culletta accanto al letto di mamma e papà e si desidererebbero solo le loro carezze. Siamo certi che Federico ha superato questa prova durissima rimanendo un bimbo sereno per merito vostro, che lo avete accudito e incoraggiato a trovare la forza di combattere.

Ora siamo a due passi da voi, in pediatria, ed ogni volta che mi trovo nel corridoio guardo con una fitta di nostalgia la porta a vetri che ci separa dalla TIN. Ed ogni volta spero di scorgere un viso conosciuto. Questa cosa mi fa sorridere e sorprende, dal momento che i genitori dei bimbi in TIN non vedono l’ora di abbandonare quelle sale per portare finalmente a casa con sé i propri piccini. Per me naturalmente è stato lo stesso, ma al momento del distacco da voi, al di là della gioia per i progressi di Federico, il sollievo non è stato l’emozione predominante. Quando Maurizio mi ha chiesto indietro il camice ho capito di aver lasciato un pezzo di cuore in quel lungo corridoio. Non mi sembra affatto strano essermi affezionata a voi. Avete preso in mano la vita di Federico curandovi non solo della sua salute, ma anche del suo benessere e di questo vi saremo sempre grati. Non ci sono parole adeguate ad esprimere la nostra profonda gratitudine per quello che avete fatto per la nostra famiglia e che è stato più di quanto potessimo aspettarci. In questi giorni in pediatria le vostre visite ci hanno fatto davvero tanto piacere.

Osservandovi mentre vi occupate dei vostri pazienti così speciali ci siamo resi conto dell’enorme differenza che intercorre fra curare qualcuno e invece prendersene cura, accudirlo, saperne capire i bisogni e, penso di poterlo dire, anche amarlo. La passione per quella che a noi, più che una professione, sembra una missione si percepisce dal modo in cui vi prendere cura dei vostri bimbi come anche dei loro genitori. Ogni bisogno viene colmato, ogni dolore sedato, ogni pianto calmato. E ciò di cui noi mamme e papà abbiamo estremo bisogno è sapere i nostri piccoli in buone mani, avere la certezza che qualcuno si sta occupando di loro dal momento che noi non ne abbiamo la possibilità.

Mi emoziono ancora oggi pensando a Carla che rimproverava affettuosamente Federico, che aveva forse tre giorni di vita, perché, mentre lei gli cambiava il pannolino, lui ci aveva infilato dentro un piede per poi imbrattare l’incubatrice. Osservandola non sapevo se essere sorpresa o commossa. In quel momento, che non dimenticherò mai, ho iniziato a guardare Federico come un bimbo normale che poteva essere anche sgridato bonariamente, e non come un bimbo malato e problematico. E’ questo ciò che fate: riavvicinare i genitori ai propri piccoli dopo il distacco traumatico, rendere più naturale e sereno il contatto attraverso l’incubatrice. Grazie al vostro operato, come recita l’opuscolo informativo, genitori e figli tornano ad essere vicini seppur lontani. A chi frequenta la TIN è ormai chiaro che questo non avviene solo grazie agli orari di apertura del reparto, che sono molto generosi nei confronti di noi genitori che desideriamo stare il più possibile accanto ai nostri piccoli. Ciò che infatti ci permette di ritrovare nostro figlio in quel bambino così bisognoso di cure sono la sollecitudine e la pazienza con cui ci guidate ad accudirlo, l’amore e la cura che gli rivolgete. Grazie al vostro atteggiamento umano ed amorevole, per noi genitori frequentare quotidianamente un reparto tanto delicato diventa decisamente più piacevole. Certo, per una mamma ed un papà è difficile vivere l’esperienza in TIN con serenità, tanto più che ci si lascia coinvolgere dalle gioie, ma soprattutto dalle preoccupazioni, degli altri genitori facendole proprie e portandole a casa con sé. Così, la vittoria di un bimbo rappresenta quella di tutti i piccini, ma purtroppo lo stesso vale per le difficoltà che troppo spesso si presentano. E proprio questo coinvolgimento reciproco, la gentilezza di tutti voi, il clima che si respira in reparto mi fanno pensare alla TIN come ad una grande famiglia dove ci si prende cura gli uni degli altri. Io, mio marito e, sono certa, anche Federico possiamo dire di esserci sentiti bene come in famiglia. Per questo non ci stupisce questo sentimento di malinconia che ci prende all’idea che domani usciremo dall’ospedale e saluteremo le persone che per tutte queste settimane si sono prese cura del nostro piccolo Federico. Salutarvi non sarà facile, per questo ho deciso di lasciarvi queste righe di ringraziamento. Con chi si è occupato più spesso di Federico abbiamo instaurato un rapporto più stretto, mentre con altri abbiamo scambiato solo poche parole, ma in tutti abbiamo trovato cortesia e, all’interno del team, un bell’affiatamento. Del resto, non abbiamo mai dubitato che Federico fosse in ottime mani. Un giorno, leggendo il diario che ho scritto per lui, saprà di aver avuto accanto degli angeli custodi davvero speciali. E a voi, gli angeli della TIN, anche a nome di Federico, va il nostro ringraziamento, augurandovi in futuro di ricevere anche solo una piccola parte di tutto il bene che avete fatto a noi. E una piccola parte sarebbe già tanto!

Grazie, per le vostre amorevoli cure,

… per non aver mai fatto mancare un cuoricino (o un’automobilina) sulla guancia di Federico;

… per il berrettino, le babbucce e i vestitini in tinta ( … e a nome di mio marito, grazie anche per quelli con i fiorellini);

Grazie per le coccole che a Federico non sono mai mancate e per averlo consolato quando la mamma e il papà non erano con lui;

grazie per la pazienza che avete portato con noi, genitori apprensivi incollati ai monitor;

grazie per averci restituito la vita di nostro figlio, ma, soprattutto, grazie di cuore per aver donato a Federico la possibilità di condurre una vita come quella di tutti gli altri bambini.

Vi porteremo sempre nel cuore con affetto, ammirazione e profonda gratitudine.

Tania, Manuel e Federico

1 commento:

  1. Splendido ringraziamento, dichiarazione di gratitudine.
    Ho i brividi proprio!

    Tanti pensieri felici per il piccolo Federico!

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grazie per essere qui.